Molto spesso la conoscenza che le persone hanno dell’autismo è quella che deriva da film che hanno avuto uno straordinario successo e una straordinaria diffusione nel grande pubblico quali Rain man e quindi molto spesso l’immagine che le persone hanno del ragazzo autistico varia dal bambino seduto in un angolo a dondolarsi tutto il tempo che non vuole essere toccato a quella del bambino con delle straordinarie isole di abilità quali ricordarsi a memoria l’elenco telefonico o sequenze di numeri ecc…
Chi è davvero il bambino autistico?
Difficile dare una definizione di autismo che sia univoca per tutti i soggetti che hanno una tale diagnosi.
L’autismo è una sindrome diagnosticata sulla base di alcuni sintomi comportamentali e pertanto molto diversi gli uni dagli altri. Ci sono bambini che non sviluppano il linguaggio vocale, hanno molte stereotipie motorie e/o vocali e bambini che possiedono il linguaggio vocale comunicano e interagiscono con gli altri ma non in modo appropriato. Questa ampia varietà di sintomi comportamentali ha comportato la creazione e diffusione di numerosi stereotipi su tale patologia.
interroghiamo il manuale
Il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), parla di Disturbi dello Spettro dell’Autismo in riferimento a due grandi aree di sintomi: “Deficit Socio-Comunicativi” e “Interessi Ristretti e Comportamenti Ripetitivi”. Nello specifico il DSM 5 riporta la presenza di deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale in molteplici contesti. Tali difficoltà interessano sia la componente verbale che non verbale della comunicazione: il bambino con autismo fatica a comunicare i propri bisogni, a comprendere quelli degli altri, a interagire in modo appropriato con le altre persone, a rispondere in modo adeguato alle richieste formulate dalle altre persone, a comprendere le emozioni e gli stati d’animo degli altri, a impegnarsi in conversazioni, a utilizzare in modo efficace il comportamento non verbale e a comprendere quello delle altre persone.
Ripetitività
Per quanto riguarda gli interessi ristretti e i comportamenti ripetitivi il bambino con autismo mostra interesse per pochi giochi e spesso questo interesse diventa assorbente, tende a usare i giochi in modo poco funzionale e a mettere in atto comportamenti ripetitivi, per esempio ripetere le stesse frasi, oppure allineare oggetti. I cambiamenti inattesi nelle proprie routine generano spesso frustrazione e difficoltà di accettazione.
Lo spettro autistico
Si parla di spettro dell’autismo in quanto le manifestazioni del disturbo sono molto varie: le difficoltà sperimentate vanno dal bambino che non parla e non comunica ciò che vuole, gioca con pochissime attività in modo ripetitivo, al bambino che riesce a comunicare i propri bisogni, si impegna in brevi conversazioni, ma parla solo di pochi argomenti, fatica a comprendere gli stati d’animo e le emozioni delle altre persone, preferisce ripetere una serie di comportamenti routinari.
fonte: www.abautismo.it