Quali sono le cause dell'autismo?

La ricerca scientifica non è ancora riuscita a dare una risposta definitiva a questo quesito; si ritiene che l’autismo sia il risultato di una combinazione di cause di diversa natura, ed abbia quindi una origine multifattoriale.
Numerose evidenze scientifiche indicano un ruolo importante della componente genetica, cui vanno a sommarsi fattori ambientali quali l’inquinamento atmosferico, l’esposizione ad agenti tossici (es. pesticidi), l’assunzione di alcuni farmaci e infezioni virali contratte dalla madre in gravidanza, lo status immunologico materno-fetale, e l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento.
Il ruolo della componente genetica è confermato dal fatto che nelle famiglie in cui è presente un bambino con autismo, il rischio di avere un secondo figlio autistico è circa 20 volte più elevato rispetto alla popolazione generale.
Gli studi condotti fino ad oggi confermano che non c’è un legame di causa-effetto tra vaccini e insorgenza dell’autismo.

Qual è la frequenza dell'autismo?

Ad oggi, 1 bambino su 88 nati presenta un disturbo di spettro autistico, e tale frequenza risulta in continua crescita da 40 anni a questa parte.
L’autismo non sembra presentare prevalenze geografiche e/o etniche, in quanto è stato descritto in tutte le popolazioni del mondo; presenta, viceversa, una prevalenza di sesso, in quanto colpisce i maschi in misura da 4 a 5 volte superiore rispetto alle femmine.
La crescita dei casi di autismo è solo in parte spiegata dal miglioramento nel processo di diagnosi.

Quali sono i trattamenti più appropriati?

L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato le Linee Guida 21 “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti”, attualmente in fase di aggiornamento e revisione, scaricabili qui
Qui invece una sintesi della Linee Guida 21
Al di là del metodo seguito, oggi è prassi consolidata che l’intervento debba essere “cucito addosso” al bambino/ragazzo/adulto con autismo, perché ogni persona è diversa dall’altra – pur con la stessa diagnosi- e dunque bisogna valutare le caratteristiche, i punti di forza, le specifiche difficoltà di ognuno, e tenere conto dell’ambiente “sociale” in cui vive.
Per questo è molto importante che vi sia una valutazione adeguata da parte dei professionisti che prendono in carico il soggetto e la sua famiglia.