Didattica in presenza per alunni con disabilità e fragili
Lettera all’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, ambito delle province di Massa Carrara e Lucca, sulla didattica in presenza per alunni con disabilità e fragili.
Con enorme dispiacere stiamo vivendo questo momento di grande difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria in corso, che ha costretto ancora una volta le istituzioni scolastiche ad attivare, per buona parte delle classi della scuola secondaria, la didattica a distanza.
Purtroppo ciò che speravamo non succedesse, è avvenuto, e lo diciamo pensando non solo ai nostri figli con disturbo di spettro autistico, ma a tutti i ragazzi siano essi con disabilità, bisogni educativi speciali o meno; la mancanza di socialità, di confronto, di partecipazione, di fisicità stanno lasciando il segno, in particolare ci risulta siano raddoppiati i ragazzi con crisi di ansia legata alla situazione contingente.
Durante il primo lockdown, una parte dei nostri ragazzi con autismo, non aveva potuto seguire le lezioni a distanza, così come pensiamo molti altri bimbi e ragazzi con disabilità complesse; il carico era rimasto alle famiglie, private di qualsiasi supporto e con la consapevolezza che, nonostante tutto l’impegno profuso, lo studio fatto con i genitori non avrebbe potuto donare ai figli quella ricchezza emotiva ed esperienziale che dona lo stare in classe, con i propri compagni e docenti.
Oggi la situazione potrebbe essere un poco diversa; a seguito del DPCM del 3 novembre, il Miur ha emanato la nota ministeriale n. 1990 che conferma definitivamente, in maniera chiara e inequivocabile, che agli alunni con disabilità dev’essere garantito non solo il diritto allo studio in presenza, ma anche quello all’effettiva inclusione con un gruppo di compagni.
«In generale – vi si legge nella nota – in materia di inclusione scolastica per tutti i contesti ove si svolga attività in DDI il DPCM, nel richiamare il principio fondamentale della garanzia della frequenza in presenza per gli alunni con disabilità, segna nettamente la necessità che tali attività in presenza realizzino un’inclusione scolastica “effettiva” e non solo formale, volta a “mantenere una relazione educativa che realizzi effettiva inclusione scolastica”. I dirigenti scolastici, unitamente ai docenti delle classi interessate e ai docenti di sostegno, in raccordo con le famiglie, favoriranno la frequenza dell’alunno con disabilità, in coerenza col PEI, nell’ambito del coinvolgimento anche, ove possibile, di un gruppo di allievi della classe di riferimento, che potrà variare nella composizione o rimanere immutato, in modo che sia costantemente assicurata quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua, nell’interesse degli studenti e delle studentesse».
La stessa nota ministeriale chiarisce ulteriormente che la didattica in presenza può essere prevista anche per alunni con bisogni educativi speciali, alunni impossibilitati ad utilizzare la DDI da casa e alunni figli di personale sanitario o di altri servizi pubblici essenziali.
Già nel decreto del 7 agosto scorso, il Miur, tra gli obiettivi da perseguire, parlava di “alunni fragili” ricomprendendo sotto questa categoria non solo gli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali, ma anche gli alunni la “cui la fragilità investa condizioni emotive o socio culturali, ancor più nei casi di alunni con disabilità”.
La frequenza scolastica per i nostri ragazzi con autismo e con disabilità, come sopra organizzata, potrebbe diventare un’occasione sia per i compagni che per tutti i ragazzi “fragili”, di ritrovare uno spazio di ascolto e di partecipazione attiva.
Per tutte queste motivazioni, Le chiediamo di sollecitare i Dirigenti scolastici nel mettere in pratica quanto richiamato nella nota ministeriale, pur sapendo che non si tratta di un obbligo e che è necessaria l’adesione volontaria delle famiglie.
Certo di un positivo riscontro, ringrazio fin d’ora dell’attenzione e porgo distinti saluti.
Il Presidente di Autismo Apuania
Roberto Marrai